READING MARVELS

Un piccolo contenitore di pensieri agrodolci che invita all’introspezione.

Un libro particolare questo di Alessandra Marconato, breve ma pregno di pensieri che sembrano uscire dai dialoghi tra la donna e la bambina sotto l’albero rappresentato in copertina, con la leggerezza di una foglia che fluttua nel cielo.
Ma è solo un’impressione perché nessuna riflessione a cui spingono queste pagine è veramente leggera, tutt’altro.
Assistiamo ad un dialogo intimo a volte asciutto tra una donna e una bambina che potrebbe tranquillamente essere la sé stessa di un tempo.
E subito emerge la disillusione che la donna manifesta nelle sue parole a cui fa da contraltare la voce della protagonista più piccola la quale invece con quesiti difficili, considerazioni profonde e bellissime simbologie vuole incoraggiarla a ritrovare se stessa.
I colori, i punti di sospensione, le stagioni, la moneta, tutti simboli con i quali la bambina sta dicendo anche al lettore di non rinunciare, di provare a ritrovare il talento, le passioni, i desideri, nonostante le difficoltà, i fallimenti, i dolori.
Non rinunciare alla propria unicità per omologarsi al resto del mondo.
Un messaggio quest’ultimo con cui l’autrice affronta il tema della neuro diversità, in un modo del tutto personale, non ordinario ma sicuramente poetico.
La scelta dell’albero simbolo di vita legato alla terra ma proteso al cielo molto efficace e che mi piace pensare come il perfetto simbolo della dualità tra mente e cuore.
Per resistere ai temporali non bisogna rinunciare a nessuno dei due.
Sottolineando tra le pagine:
Negli anni aveva iniziato a pensare che sarebbe stato meglio ascoltare il rumore fuori di sé e non il silenzio dentro.
Perché una volta afferrato, quel silenzio fa sentire quante cose ha da dire e quanto penetranti siano le sue parole. 

Le opinioni dei lettori…

Mentre lo leggevo pensavo: probabilmente se queste parole le avessi “ascoltate” prima avrebbero fatto una differenza importante.
Perché Alessandra Marconato nel suo “La bambina sotto l’albero” ha saputo parlare con delicata densità della #neurodivergenza e della #plusdotazione, unendo il punto di vista di una bambina curiosa, sfidante, a tratti anche esasperante, e di una donna alla ricerca di qualcosa di cui ha perso memoria crescendo.
Giada

Se guardi il tuo cielo e vedi che è coperto da nubi, non tormentare la tua anima per cercare di spingerle via: non se ne andranno. Arriverà il vento nuovo che spazzerà via le nubi. Apparirà  l’azzurro degli occhi di un bimbo e lì splenderà un sole caldo…
Grazie per le tue parole che arrivano sempre nel profondo e sanno avere cura e accendere luci…

Brunella
Ho letto il tuo libro “La bambina sotto l’albero”, e l’ho trovato meraviglioso. Mi è arrivato diretto sotto la pelle.
Un tema bellissimo, raccontato con parole intense e delicate, che illuminano la consapevolezza e il “sentire”, come una carezza.
Mi faceva piacere dirtelo.
Daniela

La neurodiversità spiega, nel suo senso più ampio, lo sviluppo neurologico atipico come una normale variazione naturale del cervello umano.
Che paroloni, ma di cosa scrivi Alessandra? Ho capito che vuoi illustrare la tua personale visione di neurodiversità, ma cerchiamo di fare un po’ di chiarezza tra i nostri potenziali lettori.
“La bambina sotto l’albero” è il racconto di una donna che dialoga con una bambina molto curiosa. O forse è l’adulta che dialoga con se stessa, con la bambina che è stata e ha bisogno di ritrovare. A completamento (?) della trilogia iniziata con “La foresta delle illusioni”, e proseguita con “L’uccellino giallo”, l’autrice scrive in sole sessanta pagine il suo libro più bello, un piccolo grande capolavoro.
Un incontro intimo quello tra la bambina e la donna, necessario completamento del Taras che faticava a uscire dalla foresta delle illusioni. Giunta all’età della maturità, la protagonista più grande sembra invece preda della disillusione rispetto al suo odierno vissuto, e ha bisogno del confronto con la voce del suo “io” bambino per ritrovare autostima e il senso di un presente che sembra inesorabilmente sfuggirle di mano.
Un racconto-incontro che segue lentamente l’incedere delle stagioni, un po’ come il percorso di crescita, caduta e ricrescita (non dei capelli) di tutti noi, che attraversa le fasi della vita. Nel corso della narrazione, l’autrice mi lascia letteralmente a bocca aperta sviluppando il tema del talento e dell’intelligenza, ben rappresentati attraverso una geniale interpretazione della metafora della medaglia.
E per darvi un’idea di quanto lo scritto sia avvincente, vi riporto un estratto, che ha favorevolmente impressionato persino il mio amico Edo: Se guardi il tuo cielo e vedi che è coperto da nubi, non tormentare la tua anima per cercare di spingerle via: non se ne andranno. Arriverà il vento nuovo, che spazzerà le nubi. Apparirà l’azzurro degli occhi di un bimbo e lì splenderà un sole caldo.

Dario

Ho letto il tuo libro “La bambina sotto l’albero” e l’ho trovato geniale. Un libro veramente interessante, ricco di spunti e argomenti da portare alla luce. Mi è piaciuto molto.

Daniela

Un libro delicato e riflessivo.

Sabina
Mi è piaciuto molto, veramente. Letto tutto in un giorno, anche se alcune pagine mi piace poi rileggerle più volte con calma.
Lorella
Ho terminato La bambina sotto l’albero. L’ho trovato molto particolare non capivo cosa aspettarmi invece poi sono entrata in sintonia con questo tipo di narrazione fiabesca ma intrisa di simbologie. È un dialogo quello tra la donna e la bambina in cui chi come me cerca sempre, nei libri specialmente, di capire meglio sé stesso può ritrovarsi facilmente. Non conoscevo invece la neurodiversità, ho cercato qualche informazione su Google dopo aver letto il tuo libro.
Annalisa