Ho l’ufficio in un armadio.
Si apre e si chiude all’occorrenza.
Su un ripiano ci sono tutti i libri che mi servono e non potrei rimanerne senza.
Ho tanti quaderni e penne e colori a volontà.
Ho una sedia con le ruote, che giro a piacimento.
Do le spalle al mio armadio e scorgo alberi, palazzi e balconi fioriti.
Blatera il pappagallo della vicina e urla, dicendo parolacce.
Corrono i bambini, nel cortile di sotto.
Guardo il mondo a colori, girando la mia sedia.
Faccio piroette, grazie alle sue ruote.
Ma quando devo mostrare serietà, il mio ufficio è là.
Lì ho tutto quello che mi serve.
Leggo, scrivo e faccio altro.
Sono molto professionale e quasi intellettuale.
Ho due piante grasse finte, per fare scenografia.
Chi mi vede m’indivia e pensa a quanto grande è casa mia.
Ma è così piccina che l’armadio è l’unico vanto.
E quando viene sera e non c’è più bisogno di una certa atmosfera, chiudo l’ufficio dentro l’armadio.
Apro il letto e accendo la radio.
La mia stanza è piccolina e ci sto dalla sera alla mattina.
Guardando il soffitto con il naso all’in su
Mi immagino in mondo tutto blu.
Testo scritto per la newsletter di 78PAGINE