C’era una volta Numero Primo.
Se ne stava composto,
al suo posto.
Si sentiva solo
a volte sconsolato,
divisibile per uno
e per se stesso soltanto.
Si guardava attorno
un po’ stupito
in mezzo a numeri
pari e dispari
divisibili più di lui.
Da numero primo
sentiva forte l’orgoglio
della sua unicità.
A volte, però, si sentiva
anche solo
e mal compreso
in mezzo a tanti numeri
diversi da lui.
Era primo,
questo era vero.
Era raro,
più di altri
ed era un fatto.
Era per pochi,
e non era mai abbastanza.
Si guardava avanti e indietro
nella fila dei tanti numeri.
Cercava di comprendere
gli altri
più divisibili di lui
e scuoteva il capo
e sbuffava,
sentendosi imperfetto.
«Se sono un numero,
perché non sono come
tutti gli altri?»
si chiedeva a volte
disperato.
«Vorrei essere diviso e compreso
come gli altri…»
spesso ripeteva affranto.
Dal fondo della fila,
un giorno sentì una voce sussurrare:
«Vai vicino al 2 e prova a farti dividere da lui…»
«Mi hanno detto che sono
divisibile per me stesso e per 1.
Come può dividermi il 2?»
«Tutto dipende dal risultato
che vuoi ottenere nell’essere
diviso!»
Così Numero Primo
si avvicinò al 2.
Iniziarono una conversazione qualsiasi,
su un argomento qualsiasi,
che qualsiasi numero poteva fare.
Numero Primo si sentì felice
e poi tanto stanco.
Ma la nuova conoscenza
gli risultò entusiasmante.
Così, con uno slancio quasi esaltante
si ritrovò
non più diviso per uno e per se stesso
ma frammentato all’infinito.
Fu così che, diviso in infiniti pezzi,
decise di ritrarsi dal 2
e da ogni numero che non fosse
uno e se stesso.
Capì che era solo un numero primo
ma era pur sempre intero.